Dallo sportswear all’haute couture, piccole grandi rivoluzioni negli Stati Uniti rimarranno nella storia della moda.
Si inizia dagli US Open, con l’entrata in campo tra i top players firmati Nike, Adidas e Ralph Lauren di Tomáš Berdych vestito dal colosso di abbigliamento low cost H&M. Non è un vero e proprio scoop, ma una conferma, che segnala una svolta storica nell’abbigliamento del tennis e, siamo sicuri, dello sportswear in generale.
Il tennista ceco, dopo la fine del contratto con Nike, ha infatti già avuto modo di sfoggiare il suo nuovo sponsor svedese al Grande Slam di Francia con una chiacchieratissima maglia a fiori blu, nera e bianca. L’ultima volta che una divisa fece così tanto scalpore fu negli anni Ottanta quando Andre Agassi indossò degli inediti pantaloncini effetto jeans disegnati da Nike.
Dallo sportswear si passa al casual wear, ma questa volta non si tratta di “aggiunte”, piuttosto dell’opposto. Dopo aver offerto un’ingente somma al personaggio televisivo Mike Sorrentino – meglio noto come “The Situation” tra i seguaci della serie TV Jersey Shore – per non indossare i propri capi d’abbigliamento, il noto brand Abercrombie & Fitch decide appunto di togliere dalle proprie linee il logo. Niente più alce, niente più “A&F” su felpe, magliette & Co, con la promessa di uno stile più sobrio e raffinato.
E si di eleganza si parla, è con l’introduzione della settimana della moda uomo a New York che la città, sulle orme di Milano e Londra, si adegua al trend internazionale dedicando un intero grande evento all’haute couture maschile. Finora nella Grande Mela, le collezioni maschili sono state infatti relegate ad alcune sfilate all’interno delle fashion week femminili. E’ stato il crescente numero di fashion designer a convincere l’amministrazione newyorkese a supportare un evento di questo tipo che potrebbe essere inaugurato già nel 2015.