Nella grammatica della sartoria maschile con il termine “giacca” si allude ad un capo caleidoscopico, dalle mille sfaccettature. Anche se è impossibile tracciare le caratteristiche di modelli precisi (in ambito sartoriale ogni minimo dettaglio è dettato dai gusti del committente e dall’estro del sarto, mai e poi mai imposto) ci sono delle tradizioni sartoriali che ci permettono di individuare delle tipologie.
Senza dubbio la più famosa in tutto il mondo dagli amanti del bel vestire è la giacca napoletana.
Morbida, modaiola e confortevole: il suo successo sta nel mix di caratteristiche favorevoli che combinano eleganza e praticità. Ecco i dettagli che la identificano.
Spalla comoda
La spalla è morbida, svuotata, poco o per nulla imbottita che garantisce un effetto naturale e “scivolato”.
Manica a camicia
La manica è cucita “a camicia”, il tessuto è cioè inserito al di sotto della spalla come si usa nella confezione delle camicie. Anche detta manica “a mappina” è leggermente e volutamente arricciata per consentire comfort e libertà di movimento. Inoltre, la lunghezza è sempre più corta rispetto alla norma per mostrare meglio il polsino della camicia.
Fit “fluido”
La costruzione della giacca napoletana che spesso è sfoderata (le cuciture interne sono a vista e quindi rifinite alla perfezione) permette al capo di assecondare la forma del corpo in modo fluido, morbido e pulito. Questo tipo di taglio risulta quindi elegante ma altresì disinvolto e particolarmente pratico.
Fascino senza tempo
La versione classica della giacca napoletana è il monopetto a tre bottoni (il “tre bottoni stracciato” come si dice in gergo, ovvero con il primo bottone lasciato sempre slacciato). I revers sono solitamente ampi e la giacca è più corta delle normali giacche all’italiana. Il capo nell’insieme presenta un’allure senza tempo che piace agli amanti del gusto classico quanto a giovani gentleman contemporanei.
Foto Ariston