L’abito per il grande giorno: tight, mezzo tight o abito?
Incorniciato da sempre come il giorno più bello dell’esistenza umana, dal XX secolo, il rito del matrimonio è preceduto da un processo di ricerca e selezione sempre più raffinato. Dei tanti aspetti che coronano il grande giorno, uno dei più delicati e importanti è sicuramente la scelta dell’abito, e non solo della sposa. Lo sa bene anche il principe William, la cui tenuta nuziale – in uniforme militare o in abito di alta sartoria in pieno stile British – verrà svelta solo domani, dopo una serie di pronostici sui tabloid scandalistici.
Non sarà allo stesso modo chiacchierata, ma senza dubbio più semplice e addirittura spensierata, la scelta per gli sposi meno”regali” le cui alternative sono il tight, il mezzo tight e l’abito semplicemente elegante. La prima mise rappresenta sicuramente il top per un gentiluomo rispettoso delle tradizioni; la seconda non costringe i testimoni ad indossare anch’essi lo stesso abito dello sposo; mentre la terza permette allo sposo di poter utilizzare nuovamente l’abito anche in altre circostanze meno importanti.
Il suggerimento di Sartoria Bocchese: scegliere sempre la mise che, al di là dell’etichetta, abbia la qualità di rendere a proprio agio e valorizzare lo sposo.
Nelle foto due soluzioni da cerimonia: un abito blu notte con panciotto e cravattone e il classico tight.